Rimborso oneri cessioni del quinto e finanziamento: la Sentenza Lexitor e la Sentenza 263/2022 della Corte Costituzionale
La Sentenza Lexitor e la decisione 263/2022 della Corte Costituzionale sono determinanti nel regolamentare la materia di rimborso di oneri non goduti per cessioni del quinto e finanziamenti estinti anticipatamente, esiste il diritto del consumatore/cliente di ottenere la restituzione delle somme versate, ma di cui non ne ha beneficiato per la conclusione in anticipo del rapporto contrattuale.
La cd. Sentenza Lexitor ha riconosciuto il predetto diritto. In effetti con questa decisione, la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che in caso di estinzione anticipata di un contratto di credito ai consumatori (cessione del quinto, prestito personale o credito al consumo), il cliente ha diritto alla riduzione del costo totale del credito.
Il costo sopra indicato comprende tutti i costi presenti a carico del consumatore, con la possibilità di vedersi riconoscere la riduzione e relativa ripetizione (rimborso). Ciò avviene in proporzione alla minore durata del contratto, in conseguenza della conclusione anticipata del rapporto giuridico.
Quali sono i finanziamenti che danno diritto al rimborso?
Il diritto al rimborso spetta per tutti i finanziamenti (prestiti personali, finalizzati, mutui o cessioni del quinto) che vengono chiusi con pagamento anticipato.
In effetti un finanziamento può essere rinegoziato o estinto anticipatamente prima della scadenza naturale del contratto. In questi casi, parte degli oneri pagati anticipatamente, come le commissioni e i costi assicurativi, dovrebbero essere restituiti al consumatore.
Ma cosa è la Cessione del Quinto?
La cessione del quinto è una particolare forma di prestito personale in cui le rate vengono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione.
Ovviamente anche la Cessione e la Delega possono essere rinegoziate o estinte anticipatamente prima della scadenza naturale del finanziamento.
In tytti questi casi, parte degli oneri pagati vanno restituiti pro quota al cliente per la parte non utilizzata.
La Sentenza Lexitor e la Sentenza della Corte Costituzionale n. 263/2022
Nonostante il contenuto chiaro della decisione Lextor, varie interpretazioni giurisprudenziali hanno finito per ridurre l’applicazione del diritto al rimborso, in parte limitando la voci oggetto di ripetizione, in altra parte escludendo i contratti più risalenti.
Queste interpretazioni di tipo riduttivo, rese dai giudici di merito hanno trovato terreno fertile a causa della sentenza della Corte di Cassazione di agosto 2021. Questa decisione riduceva per l’appunto la possibilità di rimborso, soprattutto per ciò che riguardava il periodo temporale dei contratti di finanziamento in genere, finendo per condividere l’apporto normativo derivante dal Decreto Ristori bis.
La Sentenza n. 263 del 22 dicembre 2022, la Corte Costituzionale invece ha ribaltato l’interpretazione restrittiva, dando ampio vigore all’origine interpretazione della Sentenza Lexitor.
La Consulta ha stabilito l’incostituzionalità dell’art. 11-octies, comma 2, del D.l. n. 73/2021 (cd. Decreto Sostegni bis, poi convertito nella legge n. 106/2021), nella parte in cui il rimborso, per il consumatore contraente, veniva limitato impropriamente solo ad alcune tipologie di costi sostenuti in caso di estinzione anticipata.
La DISCIPLINA in questione si riferiva ai contratti conclusi successivamente all’entrata in vigore del D.l. 13 agosto 2010, n. 141 di attuazione della direttiva 2008/48/CE, ma prima dell’entrata in vigore della legge n. 106/2021.
IL SIGNIFICATO DELLA PRONUNCIA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Sul punto, la Corte Costituzionale ha dissipato ogni differenza di trattamento di disciplina tra i contratti antecedenti il 2021 e quelli successivi al predetto periodo temporale.
La Consulta ha statuito che la sopracitata limitazione fosse in contrasto con la normativa europea ed, in particolare, dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 2008/48/CE, secondo l’interpretazione dalla Corte di giustizia europea con la sentenza C-383/18, c.d. Lexitor.
Alla luce di tutto ciò, la Sentenza della Corte Costituzionale ha reso inequivocabile la possibilità che i consumatori possano esigere la riduzione proporzionale di tutti i costi sostenuti in relazione al contratto di credito, anche quando i contratti siano stati conclusi i antecedentemente all’entrata in vigore della legge n. 106/2021.
Da quanto sopra indicato emerge chiara la rilevanza della Sentenza Lexitor e della Sentenza della Corte Costituzionale 263/2022.
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Un’ultima riflessione sul tema è d’obbligo! Visti i forti interessi in gioco, soprattutto quelli economici di “poteri forti” quali quelli rappresentati da banche e società di finanziamento, è probabile che ci saranno nel breve futuro interventi normativi o rivalutazionei interpretative della questione del rimborso, così come è avvenuto con i ricorsi avverso al contenuto degli estratti di ruolo di pertinenza dell’agenzia delle entrate riscossione.
L’auspicio è che i diritti dei consumatori vengano salvaguardati, anche di fronte alla forza e alla potenza degli istituti di credito, seguendo il solco tracciato dalla giurisprudenza comunitaria.
L’esperienza tuttavia induce a nutrire forti dubbi sull’essere giunti a porre la pietra tombale sull’oggetto controverso che ha visto fronteggiarsi banche da un lato e i clienti/Consumatori dall’altro.
Vedremo cosa il futuro riserverà in ordine alla vicenda in esame.
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La problematica della ripetizione degli oneri dei finanziamenti per estinzione anticipata riguarda la posizione dei cd. Consumatori e solo per chi viene qualificato così è possibile ottenere tutela.
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